Blog sulla salute ed il benessere

Come potenziare il cervello

Energiza seu cérebro

Come potenziare il cervelloAlcuni dei modi migliori per prevenire la perdita della memoria è rimanere attivi mentalmente e fisicamente. Secondo una revisione nel Journal of Alzheimer’s Disease, può anche essere utile prendere un multivitaminico.

Nel corso della revisione, i ricercatori hanno analizzato i dati provenienti da dieci studi in cui un gruppo di persone adulte sane presero un multivitaminico o una sostanza placebo al giorno per circa un mese. I ricercatori studiarono i cambiamenti della funzione cerebrale. I multivitaminici usati contenevano un complesso vitaminico B, piccole quantità di altri minerali, antiossidanti ed estratti di erbe.

Si scoprì che coloro che consumarono i multivitaminici ottennero risultati migliori in test di memoria, in cui i soggetti studiati dovevano ricordare una lista di informazioni presentatagli poco prima o in test in cui i partecipanti dovevano mostrare le loro capacità numeriche.

“In base a queste prove, si dimostra che gli integratori multivitaminici possono essere utili nel migliorare la memoria in adulti sani, “ha detto l’autore dello studio, Dr. Natalie Grima della Monash University di Clayton, in Australia.

Secondo i risultati, un multivitaminico quotidiano può essere un buon modo per mantenere la memoria giovane. Di seguito altri aiuti per proteggere e mantenere le funzioni cerebrali.

• Rimanete attivi. Ricordatevi di esercitare il vostro cervello e corpo.
• Mangiate pesce. Le ricerche dimostrano che gli acidi grassi omega 3 nel pesce aiutano a proteggere la funzione cerebrale.
• Verdura in abbondanza. Verdura a foglia verde e frutta di diversi colori forniscono antiossidanti al corpo in modo da rallentare i cambiamenti connessi all’età.
• Considerate il ginkgo. Numerosi studi hanno scoperto che il ginkgo può migliorare la memoria in coloro che sono soggetti a difficoltà di cognizione a causa dell’età.

Vi piace questo articolo? Fate click qui per prodotti relativi all’articolo.

Fonti di Riferimento
1.J Alzheimers Dis 2012;29:561–9

Exit mobile version